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Ass. Orsa Pro Natura Peligna - Comunicato

L’Associazione “Orsa Pro Natura Peligna” intende informare i cittadini del territorio Peligno sulle caratteristiche della Centrale di Compressione richiesta da SNAM RETE GAS, la cui autorizzazione sarà discussa nella Conferenza dei Servizi convocata dal Ministero dello Sviluppo a Roma il giorno 8 ottobre 2014, e delle conseguenze sulla salute umana, sull’ecosistema e sull’economia del territorio.
Si vuole menzionare la finalità della Centrale, dichiarata dalla Società:
“dare avvio anticipatamente, rispetto al metanodotto, alla realizzazione della centrale di compressione gas di Sulmona e delle quattro linee di collegamento alla rete Snam esistente” per “assicurare la tempestività di trasporto degli ulteriori quantitativi di gas naturale disponibili in corrispondenza del “campo di stoccaggio” di Fiume Treste (in comune di San Salvo, provincia di Chieti)”.
Scheda dell’opera:
Estensione complessiva: 118000 metri quadrati; Superfici pavimentati: 25100 mq; Superfici coperte: 3200 mq
Superfici edificate: 2200 mq; Superfici a verde: 50900 mq
Rilascio di inquinanti nell’atmosfera (ogni anno):
Ossidi di Azoto (NOx): Turbocompressori: 214 tonnellate; Caldaie:1,6 tonnellate
Monossido di Carbonio (CO): Turbocompressori: 214 tonnellate;Caldaie: 0,8 tonnellate
Funzionamento continuo: 24h
Inquinamento acustico: non >60 decibel/h (ndr:Normativa: non >50 decibel/h di giorno; non >40 decibel/h di notte)
2 camini h=15m
2 cisterne turbocompressori h= 6m

Descrizioni e effetti delle emissioni:
Il Monossido di Carbonio CO è un gas senza colore, più leggero dell’aria, velenosissimo: si combina infatti con l’emoglobina del sangue e forma un composto stabile, la carbossiemoglobina, impedendo così la normale funzione dell’emoglobina che consiste nel trasportare ossigeno dai polmoni alle varie cellule formanti i tessuti animali.

Gli Ossidi di Azoto NOx causano acidificazione dei suoli e delle acque. Infatti questi gas, e particolarmente i particolati acidi che da loro si formano, se non entrano in contatto con goccioline d’acqua, pervengono al suolo tramite deposizione secca. In  questo caso si attua l’acidificazione dei suoli. Nel terreno si libera lo ione Alluminio che è presente nei terreni e nelle rocce, che è in grado di sostituire il Calcio dai suoi siti di legame sui peli radicali delle piante; avviene così una diminuzione dell’apporto dei nutrienti e la pianta si indebolisce notevolmente esponendosi all’attacco di insetti, malattie e variazioni climatiche repentine quali quelle della Valle Peligna.
Nel caso questi gas entrino in contatto con l’acqua atmosferica allora si originano degli acidi prima della deposizione: gli ossidi di Azoto si trasformano in acido nitrico causando un’acidificazione delle precipitazioni e quindi l’acidificazione dei laghi e dei corsi d’acqua con conseguente letalità della fauna ittica. Le piogge acide danneggiano la vegetazione e molti suoli forestali. Infatti la pioggia acida è in grado di scindere i composti presenti nelle rocce e liberare i metalli tossici quali Alluminio e Mercurio.
Quando l’acqua diviene più acida essa può reagire  con il Piombo e il Rame delle tubature, contaminando le riserve di acqua potabile. E’ noto che una certa quantità di Rame provoca disturbi gastrici e può danneggiare fegato e reni. Accelerano inoltre il decadimento dei materiali da costruzione e delle vernici, compromettendo la bellezza e il decoro degli edifici, delle statue e delle sculture del patrimonio culturale ed artistico. Da notare inoltre che, prima di raggiungere il suolo, i gas NOx e loro derivati contribuiscono ad un peggioramento sensibile della visibilità.

I limiti consentiti sono regolamentati dal Decreto 2 aprile 2002 n.60 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio di concerto con il Ministro della Salute, ma i valori limiti annuali espressi dalla legge esprimono le concentrazioni, cioè i valori mcg/metro cubo, e non i valori assoluti: sono cioè valori che vengono monitorati a impianto funzionante. I rischi per la salute pubblica a causa delle emissioni in atmosfera sono stati espressi da  medici, veterinari, biologi  e  altri  operatori  del comparto sanitario che, con  un documento sottoscritto da oltre 200 professionisti della Valle Peligna, hanno  da tempo lanciato l'allarme circa i danni che impianti con emissioni nocive provocherebbero alla salute dei cittadini e all'ambiente.  
Ciò  in  relazione alla specifica  conformazione orografica della Conca Peligna, che è circondata da rilievi alti anche 2000 metri ed è caratterizzata da particolari condizioni meteo-climatiche con scarsa ventilazione e limitata piovosità, aggravate dal fenomeno dell'inversione termica. Queste specifiche condizioni, presenti in modo molto evidente, fanno sì che, anche in presenza delle migliori tecnologie, le sostanze inquinanti emesse dalla centrale (ossidi di azoto, monossido di carbonio, nanoparticelle  derivanti  dai  processi  di combustione)  ristagnino nell'aria, costituendo così un grave fattore di rischio sanitario, con ripercussioni pesanti sulla salute umana e degli altri esseri viventi e con ricadute molto negative sulla catena alimentare.

Maria Clotilde Iavarone (presidente “Orsa Pro Natura Peligna”)

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