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Bestiario. Farfalle in migrazione - meduse alla deriva

Virgilio Dionisi

21 Agosto 2018
Da diversi giorni assisto al passaggio di tantissime farfalle bianche lungo il litorale fanese. Sono cavolaie maggiori: Pieris  brassicae è il loro nome scientifico.
Non c’è istante che non ne scorga qualcuna in volo sopra la spiaggia; tutte dirette verso sud.  Non formano fitti sciami - come mi è capitato di osservare in montagna -, volano alla spicciolata.
È per lo più un volo parallelo alla costa, anche se per le farfalle è difficile seguire una linea retta. La traiettoria si fa particolarmente ingarbugliata quando un maschio si mette a corteggiare una compagna incontrata in volo; per una manciata di secondi il dover migrare verso sud è sopraffatto da un altro istinto.
Ogni mattina, appena il sole ha asciugato l’umidità sulle ali, riprendono il loro viaggio.
Nell’Area floristica protetta di Baia del Re qualcuna si ferma a far rifornimento sui fiori sopravvissuti alla calura estiva.
Volano pochi metri al di sopra della spiaggia, sopra gli ombrelloni, sopra la gente a passeggio sulla battigia, sopra la massicciata ferroviaria che costeggia la spiaggia. Quando il treno passa, la turbolenza dell’aria le spazza via ma dopo pochi secondi eccole di nuovo in transito sui binari.
Ma c’è un altro fenomeno naturale a cui oggi ho assistito, non sopra la spiaggia ma dentro l’acqua: la fioritura di meduse.
Durante il bagno ho incontrato tantissime meduse appartenenti alla specie cassiopea mediterranea (Cotylorhiza tuberculata): ne ho contate 46. Ho anche visto 6 esemplari di polmone di mare (Rhizostoma pulmo).
La medusa cassiopea ha l’ombrello a forma di disco con una gobba al centro; vista da sopra ha un po' l’aspetto di un uovo cucinato a occhio di bue, infatti viene anche chiamata “Medusa occhio di bue”.  Nella parte inferiore vi sono numerosi tentacoli, corti e sottili, che terminano in bottoni apicali di colore viola.
L’altra specie di medusa incontrata, il polmone di mare, ha invece l’ombrello semisferico, una colorazione bianco-latte, leggermente trasparente, i bordi blu-viola.
Gli individui incontrati di entrambe le specie hanno un diametro che va da 10 ad oltre 30 centimetri.
La medusa cassiopea è quasi innocua, non è così il polmone di mare.
Qualche settimana fa un esemplare di questa specie mi ha sfiorato con i suoi tentacoli provocando un fastidio per l’intera giornata e lasciandomi sulla pelle per diversi giorni i segni di quel contatto.
Entrambe le specie si muovono attivamente attraverso il pulsare dell’ombrello. Le trovo a profondità diverse, alcune a mezz’acqua, altre vicine alla superficie.
Farfalle e meduse, accomunate dal viaggiare silenzioso. Non fa rumore lo sbattere delle ali  delle farfalle – ali di burro, butterflies, così le chiamano gli inglesi -, delle meduse non si sente il pulsare dell’ombrello. È silenzioso il suggere del nettare, non si sentono le urla delle prede catturate coi tentacoli.
Mentre le farfalle bianche “sanno” dove andare e indomite percorrono la rotta verso sud, senza farsi condizionare dalla direzione del vento, le grosse meduse - un polmone di mare può raggiungere i 10 chilogrammi - non hanno meta; il pulsare del loro ombrello nulla può contro la forza della corrente che le trascina via.
Per questi animali pelagici trovarsi a lambire il litorale è solo un caso, un gioco delle correnti. Se non finiranno spiaggiate o se qualche bagnante non le toglierà dall’acqua trasformando il loro bel corpo in un ammasso di gelatina, prima o poi torneranno in alto mare, dove non c’è nulla ad interrompere la linea dell’orizzonte: anche se le meduse non se ne accorgono, il loro sistema visivo permette di percepire solo le variazioni d’intensità luminosa.
Una buona parte delle meduse cassiopee ha dei piccoli pesci argentei al seguito. Sono gli stadi giovanili di specie pelagiche che trovano nelle meduse un rifugio sicuro. La selva di tentacoli urticanti protegge questi avannotti dai predatori.
Mentre la medusa pulsando si sposta, i pesciolini la seguono restando a ridosso dei corti tentacoli o addirittura rifugiandosi sotto l’ombrello nelle cavità del suo corpo, solo qualche impavido pesciolino esce per qualche attimo allo scoperto portandosi sull’ombrello.  
Queste meduse trasportano anche altri ospiti: noto un granchio rifugiato nel corpo grumoso di un polmone di mare ed un altro aggrappato ad una medusa cassiopea.
Mentre faccio snorkeling vedo spesso granchi sul fondo sabbioso; di solito quando mi avvicino si mettono sulla difensiva, alzano le chele puntandole nella mia direzione, qualche volta risalgono verso la superficie, sfruttando il paio di zampe con l’estremità a paletta, per poi tornare sul fondo. Oggi, mentre sto guardando delle meduse a mezz’acqua, un granchio lascia il fondo e si porta vicino a loro, anche se non lo vedo “salire a bordo”.
Oltre che di uovo a occhio di bue, la medusa cassiopea ha la forma di un disco volante. I granchi e pesciolini al seguito mi sembrano l’equipaggio di astronavi alla deriva, disperse nell’immensità dello spazio (pelagico).

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