Membro di
Socia della

Il monitoraggio nazionale del lupo nelle regioni alpine nel 2020-2021

Francesca Marucco
Università di Torino, Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi – DBIOS

La necessità di dati oggettivi sulla distribuzione e consistenza del lupo in Italia ha portato nel 2020 il Ministero dell’Ambiente ad incaricare ISPRA dell’attuazione del primo monitoraggio nazionale della specie, avvenuto per l’annata 2020-2021. Impresa epica che ha coinvolto migliaia di operatori e volontari formati in tutta Italia nella raccolta di dati standardizzati volti alla stima della presenza della specie. Il Progetto LIFE WolfAlps EU (www.lifewolfalps.eu) insieme a tutte le Regioni alpine ha contribuito a questo primo monitoraggio nazionale, coordinando il lavoro a scala alpina grazie all’Università di Torino (DBIOS) e al Centro referenza grandi carnivori del Piemonte. Questo monitoraggio ha coinvolto per la prima volta in maniera coordinata a scala nazionale una rete di operatori di Parchi regionali e nazionali, Province, Regioni, Carabinieri-Forestali, volontari, Associazioni che costituiscono ora un patrimonio unico, fondamentale non solo per la raccolta di dati scientifici sulla presenza del lupo e per una gestione ottimale della specie, ma anche per la conservazione dell’intera biodiversità italiana.

Contare i lupi, e ancora di più̀ i branchi, è molto complesso, perché i lupi si muovono su ampi territori e sono molto difficili da vedere e da campionare, anche per il più̀ esperto dei ricercatori. Il monitoraggio su larga scala è quindi svolto tramite la combinazione di metodi non invasivi, ovvero che non richiedono la cattura dell’animale: lo snow-tracking, l’analisi genetica sugli escrementi raccolti e il fototrappolaggio. Gli escrementi e le tracce di lupo vengono ricercati dalla rete di operatori percorrendo transetti (cioè̀ percorsi standardizzati su sentieri o strade) distribuiti su tutta l’area di interesse. Lo snow-tracking, ossia la tecnica di seguire le tracce di lupo nella neve con l’utilizzo di racchette o sci da alpinismo, viene molto sfruttato sulle zone montane in inverno. La raccolta degli escrementi di lupo è fondamentale per stimare il numero di lupi e seguire i loro spostamenti, perchè dagli escrementi è possibile ricavare il DNA utile a identificare il genotipo dei singoli animali per identificarli individualmente. Per coadiuvare le tecniche appena descritte, infine, vengono allocate fototrappole grazie a cui si ottengono fotografie e video del lupo nell’area di interesse. Infine tutti questi dati raccolti sono poi analizzati con modelli statistici per quantificare l’abbondanza della specie, cercando di stimare l’intera popolazione presente. Lo studio ha infatti richiesto l’integrazione di avanzate tecniche di indagine sperimentale sulla specie con i più recenti modelli di cattura-ricattura spaziale realizzati grazie a collaborazioni con la comunità scientifica internazionale. Tutto il campionamento è avvenuto in maniera coordinato e omogeneo sull’intero territorio nazionale, grazie all’adozione di un approccio scientifico comune, descritto nelle “Linee Guida e Protocolli per il monitoraggio del lupo in Italia” (https://www.isprambiente.gov.it/files2020/notizie/linee-guida-e-protocolli_monitoraggio_lupo.pdf). Nelle regioni alpine, in considerazione della conoscenza pregressa della specie e della rete coordinata di monitoraggio già esistente, attiva in modo continuativo dal 1999 al 2021, si è optato per il campionamento ambizioso del 100% del territorio. Come accennato, il Centro di referenza Grandi Carnivori (CGC) e l’Università di Torino (DBIOS) in contatto e in sinergia con ISPRA, hanno coordinato le regioni alpine e i partners del Progetto LIFE WOLFALPS EU, dando indicazioni sulla modalità di formazione degli operatori, sul campionamento, sulla raccolta ed archiviazione dei dati. Il coordinamento delle regioni alpine è stato concretizzato, quindi, con la creazione di un gruppo tecnico di referenti regionali, che hanno lavorato in modo sinergico e congiunto per la realizzazione del campionamento. Sono stati realizzati, tra settembre e novembre 2020, un totale di 25 eventi formativi. Il gruppo di personale istituzionale e volontario, che ha ricevuto una formazione specifica, costituisce ancora oggi il “Network Lupo Regioni Alpine”, operativo in modo continuo e capillare sul territorio per la raccolta di tutti i dati utili al monitoraggio della specie, che contribuisce sia al campionamento opportunistico (sempre e ovunque), sia al campionamento sistematico invernale lungo i transetti e/o con le fototrappole. Hanno partecipato al campionamento un totale di 1513 operatori del Network, afferenti a 160 Enti/Associazioni. Numerosissimi sono stati i dati raccolti: sono stati percorsi dagli operatori un totale di 40725 km e registrati 10672 dati di presenza attribuiti al lupo. In particolare, sono stati documentati 5636 escrementi, seguite 1604,5 km di tracce di lupo, catalogati 3226 video/foto. Sono inoltre stati recuperati 71 lupi morti. Molti dei campioni sono stati analizzati geneticamente da 5 laboratori di genetica tra loro coordinati, per un totale di 792 campioni analizzati con successo, che hanno fornito il profilo genetico dell’individuo (genotipo). Questi dati sono stati utilizzati per documentare le storie di ricattura dei singoli individui, indispensabili per la stima della consistenza della specie. I campioni, risultano associati a 449 genotipi unici, quindi a 449 lupi diversi (222 femmine; 213 maschi; 14 NA), che risultano essere la stima minima degli individui presenti in modo certo.

Grazie a questi dati, la distribuzione del lupo è stata stimata di 41600 km2 (37% del totale del territorio delle regioni alpine, quindi molte aree sono ancora libere). Il territorio montano delle regioni occidentali è quasi completamente occupato e i segni di presenza certi sono ormai confermati e frequenti anche in aree collinari e di pianura, dove la specie si è insediata stabilmente. Nel resto delle Alpi centro-orientali, seppur sia evidente l’espansione rispetto agli anni precedenti, in particolare lungo la fascia trentino/veneta, ci sono ancora molte aree alpine, sia di ambiente montano che pedemontano, dove il lupo non è stato ancora documentato. La stima della consistenza della specie è stata stimata di un minimo di 102 branchi e 22 coppie, la maggior parte dei quali presenti nella porzione occidentale. Nelle regioni centro-orientali 12 branchi, dei 25 documentati, sono di tipo transregionale presenti tra trentino e veneto. Vista l’elevata presenza di questi branchi transregionali, diventa difficile l’attribuzione di un branco o un numero di lupi a un unico territorio amministrativo, considerando la grandezza dei territori e le capacità di spostamento tipiche della specie. Questo esercizio è pertanto privo di significato dal punto di vista biologico per branchi condivisi tra zone ad alta frammentazione amministrativa. Per questo i numeri devono essere letti in primis in un’ottica d’insieme, successivamente, per facilità di interpretazione si sono distinte le due parti caratteristiche della popolazione delle regioni alpine: la parte centro-est e la parte centro-ovest. Con questa distinzione, biologicamente più corretta, il totale del numero di unità riproduttive per il centro-est delle regioni alpine è di 33 branchi/coppie, ed il centro-ovest di 91 branchi/coppie. Infine, grazie al campionamento genetico non invasivo intensivo e la quantificazione dello sforzo di campionamento, è stato possibile applicare modelli spaziali di cattura-ricattura per la stima esaustiva della consistenza della popolazione di lupo, con la collaborazione di tre Università specialistiche in materia (Norwegian University of Life Sciences, Università di Torino e Università di Chester). L'abbondanza dei lupi per l'intera area di studio (619550 km2), che comprende tutte le regioni italiane alpine, durante l'inverno 2020-2021, è stata stimata quindi di 946 individui (CI95%: 822-1099). Tutti i dettagli del lavoro sono riportati nella relazione “La popolazione di lupo nelle regioni alpine italiane” (https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/biodiversita/monitoraggio-nazionale-del-lupo/file-monitoraggio/report-nazionale-lupo-regioni-alpine-20_21.pdf).

In conclusione, la raccolta di dati di presenza del lupo, realizzata a scala nazionale in contemporanea per la prima volta nell’inverno 2020-2021, ha restituito una stima diretta di distribuzione e consistenza della specie, per la prima volta realizzata a scala italiana. Queste stime sono accompagnate da valutazioni quantitative di precisione (gli intervalli di confidenza), dato più raramente apprezzato dal grande pubblico, ma importantissimo e imprescindibile per la corretta interpretazione dei risultati, fondamentale per la pianificazione di future attività di raccolta dei dati e gestione della specie. In particolare, la limitata ampiezza degli intervalli di credibilità relativi alla stima della consistenza rappresenta un punto di forza dei risultati ottenuti per la rilevazione di variazioni significative future. Con questo lavoro, si è così superata la frammentazione amministrativa e metodologica, caratteristica dell’Italia, realizzando sotto il coordinamento di ISPRA un’unica indagine. Il campionamento ha comportato uno sforzo logistico, tecnico e di coordinamento molto ingente, che ha coinvolto operatori, istituzioni e associazioni di tutta Italia, che hanno collaborato per creare un network di operatori presenti in modo capillare e costante sul territorio nazionale. La creazione di una rete nazionale di operatori formati è uno dei risultati più importanti di questo lavoro, patrimonio importante per la conservazione della biodiversità a scala nazionale nel lungo termine.

Torna indietro