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I 50 anni della Riserva Naturale Montagna di Torricchio

Franco Pedrotti

Il 14 ottobre sono ricorsi 50 anni dell'istituzione della Riserva Naturale “Montagna di Torricchio” ad opera dell'Università di Camerino. La Montagna di Torricchio è stata un feudo del granduca Giovanni Maria Varano fino al 1527, anno della sua morte. Quando nel 1545 il ducato di Camerino è stato annesso definitivamente allo Stato Pontificio, la Montagna di Torricchio venne assegnata al Vicariato di Camerino. Nel 1819 veniva acquistata da Antonio Conforti di Camerino e successivamente passò alle famiglie Piscini e Lucchetti e nel 1940 al Marchese Mario
Incisa della Rocchetta. Il Marchese usava la Montagna di Torricchio per il pascolo estivo delle pecore, che vi risalivano dalla campagna romana. Nel 1959, durante il Congresso nazionale sulla protezione della natura, organizzato a Bologna dal Prof. Alessandro Ghigi, l'Avv. Antonelli espresse il desiderio del Marchese di “esaminare la possibilità di dare sviluppo in senso faunistico alla Montagna di Torricchio, che presenta qualche nucleo residuo di alto fusto, abbondanza di acqua, praterie meravigliose”.

Nel 1968 ho visitato per la prima volta la Montagna di Torricchio, accompagnato dal Geom. Raniero Paganelli di Camerino, che era l'amministratore del Marchese; era il mese di luglio, a Torricchio c'era il gregge delle pecore e al Casale Piscini si producevano formaggio e ricotta. Abbiamo visitato anche la faggeta sulle pendici del Monte Fema, in parte di alto fusto, e ormai pronta per il taglio, come mi disse Paganelli; egli mi accennò anche al desiderio del Marchese di fare di Torricchio “una riserva per la protezione della natura”.
Poco tempo dopo ho avuto occasione di incontrare il Marchese a Roma, nella sede dell'Associazione italiana del W.W.F. di cui era presidente. Abbiamo parlato anche di Torricchio e così egli prese la decisione di fare una donazione della sua proprietà all'Università di Camerino, allo scopo di destinarla ad area protetta. L'atto di donazione è stato firmato il 27 aprile 1970, la registrazione dell'atto di donazione il 14 ottobre 1970, giorno nel quale L'Università ne è diventata proprietaria. Il 1970, fra l'altro, era stato dichiarato “anno europeo della conservazione della natura” mentre gli Stati Uniti proclamavano, il 22 aprile 1970, la “giornata della Terra”.
A partire dal 14 ottobre 1970, l'Istituto di Botanica dell'Università di Camerino, al quale era stata demandata la gestione della proprietà appena acquisita, ha applicato a Torricchio le seguenti norme di carattere protezionistico: divieto di pascolo, divieto di taglio del bosco, divieto di transito escluso lungo le strade vicinali. Fin dal 1970 l'Università di Camerino ha assunto un guardiano per la sorveglianza. Il divieto di caccia è stato applicato nel 1971 con l'istituzione dell'oasi faunistica. Il vincolo paesaggistico è stato applicato nel 1972.
La riserva è stata formalmente istituita con il Decreto Rettorale del 26 febbraio 1973 e quindi con il Decreto del Ministero Agricoltura e Foreste del 7 aprile 1977. Nel 1979 è stata inclusa nella rete europea di riserve biogenetiche. Nel 1984 la Regione Marche ha riconosciuto la Riserva Naturale Montagna di Torricchio di interesse regionale. Nel 1994 è stata inserita nell'elenco ufficiale delle aree naturali protette dell'Italia, a cura del Ministero dell'Ambiente.
La Montagna di Torricchio gode, dunque, di un regime di tutela che risale esattamente a 50 anni fa. Molti sono stati i visitatori illustri della riserva; fra di essi ricordo il Prof. Jean-Paul Harroy (Università di Bruxelles), nella sua veste di Presidente della Commissione internazionale per i parchi nazionali dell'Union Internationale pour la Conservation de la Nature, il Senatore Giovanni Spagnolli, quando era Presidente del Senato della Repubblica, il giornalista Antonio Cederna, Fulco Pratesi, Presidente dell'Associazione italiana per il W.W.F., il Rettore Luigi Labruna con il Direttore amministrativo dr. Scarperia, e moltissimi professori e protezionisti italiani e stranieri.

Cosa ha fatto in questi 50 anni l'Università di Camerino a Torricchio? L'approccio è di due tipi, uno passivo e l'altro attivo.
Quello passivo è consistito nell'abbandonare la Montagna di Torricchio ai processi dell'evoluzione naturale, in modo che il bosco potesse svilupparsi senza mai essere tagliato, gli alberi vecchi potessero cadere sul suolo a causa di colpi di vento e di parassiti e decomporsi in loco, la fauna potesse vivere liberamente all'interno della riserva, le praterie non venissero più sfalciate e pascolate. Quello attivo comprende due aspetti: il primo è consistito in interventi di carattere protettivo, come la costruzione di un recinto lungo i limiti della riserva, l'esecuzione a scopo sperimentale di un impianto di faggi sulle pendici del Monte Cetrognola, il mantenimento del Casale Piscini, la costruzione di una stazione meteorologica nei pressi del Casale, l'installazione di un “sentiero natura” per i visitatori che dalla località Le Porte sale fino al Casale (la visita alla riserva è permessa soltanto lungo la strada vicinale che attraversa tutta la riserva), l'organizzazione di stages a scopo didattico, l'organizzazione di convegni e congressi sul tema delle aree protette e della protezione della natura (tutti hanno avuto luogo a Camerino), la pubblicazione di libri sulla riserva.

Il secondo aspetto è consistito nello svolgere ricerca scientifica nella riserva, luogo ideale per tale scopo, dato che il suo territorio è sottratto a qualsiasi tipo di intervento da parte dell'uomo. Le ricerche eseguite si riferiscono a diversi settori delle Scienze naturali (geologia, geomorfologia, botanica, ecologia vegetale, zoologia, faunistica, ecc.) e sono raccolte nella serie “La Riserva Naturale di Torricchio”, edita dapprima dall'Istituto di Botanica e quindi dal Dipartimento di Botanica ed Ecologia di Camerino, di cui dal 1976 ad oggi hanno visto la luce 13 volumi; ultimamente sono state giustamente privilegiate le grandi riviste internazionali, per cui si può dire che oggi Torricchio è conosciuta in tutto il mondo.

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