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Completamento autostrada A33 Asti-Cuneo: l’eterna incompiuta che rischia di terminare malamente

Cesare Cuniberto (Per conto del Direttivo dell’Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero

L’autostrada A33, tra Asti e Cuneo, un’opera sbagliata per l’errata valutazione del traffico previsto, progettata diversi decenni fa, ha ripreso da un anno e mezzo i lavori per il completamento di parte dei 9 chilometri mancanti, ma continua a destare forti preoccupazioni a causa delle conseguenze ambientali che la seconda parte potrebbe generare per i poco più di quattro chilometri che da Verduno si collegheranno al moncone di Cherasco.

L’autostrada A33, tra Asti e Cuneo, un’opera sbagliata per l’errata valutazione del traffico previsto, progettata diversi decenni fa, ha ripreso da un anno e mezzo i lavori per il completamento di parte dei 9 chilometri mancanti, ma continua a destare forti preoccupazioni a causa delle conseguenze ambientali che la seconda parte potrebbe generare per i poco più di quattro chilometri che da Verduno si collegheranno al moncone di Cherasco. 

Siamo nelle Langhe, uno dei territori riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità per il suo valore storico e paesaggistico. Cherasco, il paese dove l’autostrada si interrompe bruscamente, dista meno di dieci chilometri in linea d’aria da La Morra, Novello, Barolo e Monforte d’Alba, tra i paesi più belli e noti della zona, caratterizzata da castelli, colline, vigneti e nota in tutto il mondo per la produzione di vini come il Barolo ed il Nebbiolo.                                                                                   

Nel 2016, il Ministero acconsentì di rivedere il progetto finanziandone uno preliminare “in esterno” con viadotti al posto del tunnel, previsto sotto le colline di Verduno, ma ritenuto per quei tempi troppo costoso.

Il progetto in galleria, che era già approvato ed immediatamente cantierabile, ottenne il decreto di validità ambientale il 28.10.2011 dal Ministero dell’Ambiente che in data 09.02.2015 ribadì la bontà della soluzione, mentre il percorso del medesimo in esterno, per il quale opta il Concessionario, deve ancora ottenere tutte le autorizzazioni: VIA, VAS, AiPO, PAI, DNSH (Comm. Europea - 12.2.21 - C 1054, “Orientamenti tecnici sull’applicazione del principio di “non arrecare danno significativo”).

L’Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero negli ultimi anni ha seguito da vicino il progetto di completamento della A33. L’Osservatorio è favorevole alla conclusione dell’autostrada ma a condizione che venga mantenuto il tracciato originale con il tunnel sotto le colline di Verduno, che venga assicurata la gratuità della tratta Castagnito-Cherasco, già oggi in larga parte gratuità in quanto sfrutta l’attuale tangenziale di Alba e che vengano adottate le necessarie misure di mitigazione in termini di tutela del paesaggio, rumore ed inquinamento. 

Ci preme ricordare che la galleria rappresenta la migliore garanzia anche in termini di sicurezza dal punto di vista idro-geologico (è il vero motivo per cui si era optato per la soluzione in sotterraneo) e della difesa del paesaggio.

Le risultanze della campagna su un considerevole numero di sondaggi, svolta sul versante della Collina di Verduno, hanno evidenziato come le problematiche di carattere geologico – geotecnico sono invasive dal punto di vista territoriale e che il versante in oggetto è sede di una paleofrana, in condizioni di stabilità quiescente.

Il percorso del completamento dell'AT-CN si trova in un territorio definito “buffer zone UNESCO” e “buffer zone Residenze Sabaude-Complesso Carloalbertino di Pollenzo”. Nelle vicinanze del luogo ove sono previsti gli impalcati, del tracciato in esterno, vi è il complesso monumentale e territoriale di Pollenzo.

Non vogliamo dover subire un danno irreversibile alla bellezza dei luoghi interessati, non solo per gli ettari sottratti all’agricoltura dal nastro di asfalto (circa 200 ha di terreni coltivabili e dediti all’allevamento di bestiame), ma anche per tutti i terreni tagliati dalla infrastruttura che, per evidenti difficoltà di accesso, sarebbero inesorabilmente destinati all’abbandono.

Ci preme inoltre segnalare che l’Osservatorio ha preso visione del documento del Ministero per la Transizione Ecologica (MiTE) recapitato il 2 Agosto 2022 al Concessionario, consistente nella Richiesta di Integrazioni allo Studio di Impatto Ambientale (SIA) presentato da quest’ultimo in merito al progetto del “nuovo tracciato in esterno” del Lotto 2.6.a Roddi-Diga Enel.

Il documento è, a giudizio dell’Osservatorio, un documento importante, redatto con cura, in alcuni punti di grande dettaglio, che accoglie le più importanti Osservazioni giunte al MiTE, nello scorso dicembre, da parte degli Enti e dei soggetti interessati all’opera, in primis la Regione Piemonte, i cui funzionari hanno avanzato Prescrizioni e Raccomandazioni di grande interesse, nonché dello scrivente Osservatorio.

È stato di nostra grande soddisfazione vedere accolta la richiesta di uno studio comparativo delle “alternative progettuali alle opere prese in esame” (quella in esterno, a confronto con il tunnel). Come pure, ad esempio, la prescrizione di identificare gli accorgimenti per non pregiudicare le possibilità di fruizione “lenta” del territorio (piste ciclo-pedonali) ovvero per garantire un alto livello qualitativo dei manufatti ed il loro miglior inserimento paesaggistico. Speriamo che il Politecnico di Torino che sta effettuando lo studio, dia la giusta dignità e peso a tutti gli elementi che permetteranno di addivenire alla definitiva scelta della linea esecutiva.

Continueremo a fare ogni possibile sforzo affinché l’autostrada sia completata al più presto, ma nel rispetto del territorio prezioso in cui viviamo.

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