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Nuovo Ente parco della Gola della Rossa e di Frasassi: quali prospettive?

Elvio Massi

Come è noto, la proposta di legge che modifica la gestione del Parco Naturale Gola della Rossa e Frasassi è stata approvata dall’Assemblea Legislativa della Regione Marche nella nottata tra il 28 e 29 dicembre scorso, dopo essere stata inserita, con procedura d’urgenza, all’odg dell’ultimo Consiglio Regionale, insieme alla legge di bilancio.
L’Unione Montana dell’Esino Frasassi, attuale Ente gestore del Parco Regionale, aveva presentato in modo ufficiale un proprio dossier articolato e preciso su tale proposta di legge ed aveva illustrato le sue posizioni in un’audizione con la 3^ Commissione Consiliare permanente del Consiglio Regionale delle Marche in data 7/4/2022.
Dopo mesi di polemiche e di accese discussioni la legge arriva in Consiglio Regionale inserita all’odg della seduta del 28/12/2022 e la mattina prima della discussione il Presidente dell’Unione Montana ed i Sindaci della stessa motivano il perché la legge sarebbe un errore, ma la maggioranza della Regione Marche tira dritto, ignora tutte le obiezioni e nella tarda notte del 28/12/2022 approva la legge che toglie la gestione del Parco all’Unione Montana per affidarla ad un Ente di nuova istituzione.
C’è da evidenziare che su tale nuova legge regionale si sono raccolti una sfilza di NO, e su di essa hanno espresso ad oggi parere contrario l’Unione Montana Esino Frasassi ed i suoi Comuni, i Presidenti dei Parchi, il CAL, il CREL, l’UPI e l’UNCEM, i Sindacati CGIL, CISL, UIL, le Associazioni Ambientaliste con una presa di posizione di Legambiente a livello nazionale.
In particolare la consigliera di Italia Nostra (F. Tesini) ha evidenziato l’incompatibilità della nuova legge regionale 29/2022 con gli artt.22, 24 e 27 della legge 394/91, evidenziando un’illegittimità costituzionale della legge regionale, che si manifesta in una contrapposizione con l’art.22 in quanto totalmente carente il coinvolgimento degli enti locali nell’iter di formazione della legge; contrapposizione con l’art.24 in quanto lesa l’autonomia statuaria dei parchi nella definizione della propria organizzazione gestionale e con l’art.27 in quanto detto articolo assegna alla Regione un ruolo unicamente di controllo sui parchi regionali, la Consigliera Tesini puntualizza dunque circa l’inopportunità che un organismo di controllo sia anche organismo di gestione.
Evidenzia altresì l’incompatibilità della L.R. medesima con la L.R. 15/94 art.14 sottolineando un’incompatibilità tra leggi regionali ambedue vigenti.
Nonostante tutte queste obiezioni, ora la nuova legge regionale n.29 del 30/12/22 è pubblicata nel BUR ed è vigente e quindi va applicata, ma prima è doveroso fare un’analisi dei contenuti, dei problemi che pone e delle prospettive che apre nel ns. territorio.

I contenuti innovativi della suddetta legge regionale riguardano i seguenti punti:

1) Viene costituito un (nuovo) apposito Ente di diritto pubblico per la gestione del Parco Gola della Rossa e Frasassi, togliendo questa funzione all’Unione Montana dell’Esino Frasassi che l’aveva gestito con i propri organi ed il proprio personale fin dalla sua fondazione, ossia dall’anno 1997.

2) Viene previsto un nuovo organo di gestione del Parco, il Consiglio Direttivo, composto di 10 -11 soggetti, che saranno individuati, così come segue:

  1. Tre rappresentanti della Regione nominati dalla Giunta Regionale;
  2. Un rappresentante per ciascun Comune nel cui territorio insiste il perimetro del Parco (quindi i cinque Sindaci di Arcevia, Cerreto d’Esi, Fabriano, Genga e Serra San Quirico);
  3. Un rappresentante designato dalle Associazioni Ambientaliste maggiormente rappresentative in Regione;
  4. Un rappresentante designato dalle Associazioni Agricole maggiormente rappresentative a livello Regionale.

3) Ai suddetti dieci componenti del Consiglio Direttivo, potrà aggiungersi un ulteriore soggetto (l’undicesimo) ossia il Presidente, che potrà essere scelto anche al di fuori del Consiglio Direttivo, e che sarà nominato dalla Giunta Regionale su proposta del Consiglio medesimo (e così la Giunta Regionale andrà a nominare ben quattro componenti del Consiglio stesso e tra questi il Presidente).

4) Il Presidente di nomina regionale avrà un voto che vale doppio, in quanto nelle votazioni a scrutinio palese, in caso di parità di voti, prevale il voto del suddetto Presidente.

5) Con l’applicazione della nuova legge al Presidente del Parco spetterà un’indennità mensile di carica di circa € 1.280,00, pari al 20 per centro dell’indennità di carica del Consigliere Regionale (mentre attualmente tale indennità di carica nell’Unione Montana non veniva corrisposta).

6) Dall’applicazione della nuova legge non possono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del Bilancio della Regione e questo è il punto più problematico della normativa perché non vi sono le condizioni tecnico-operative perché possa essere rispettata per tutti i motivi che di seguito illustreremo ( e che viene già superata con la suddetta indennità di carica mensile che andrà erogata al nuovo Presidente).

Come è evidente dalla disamina suddetta, l’Amministrazione Regionale si è voluta appropriare di un forte ruolo decisionale all’interno del Consiglio Direttivo del nuovo Ente (nominandone tre componenti più il Presidente) entrando quindi in un ruolo gestionale diretto dell’Ente Parco e non più solo in un ruolo di coordinamento e di controllo, così come era stato esercitato finora.
Inoltre viene spogliata di questa funzione l’Unione Montana già esistente sul territorio che comunque vedeva coinvolti i Sindaci interessati (sia direttamente in Giunta sia indirettamente attraverso il Comitato di Coordinamento del Parco a cui partecipavano anche i Sindaci di Arcevia e di Genga, appartenenti al Parco ma non all’ambito dell’Unione Montana).
La previsione dell’invarianza finanziaria per la Regione dall’applicazione della nuova Legge appare non veritiera e sarà senz’altro una chimera in quanto, mentre finora l’Ente Parco veniva gestito, senza spese aggiuntive, dal personale, dagli organi e dagli Uffici dell’Unione Montana, sfruttando le sinergie derivanti da una gestione collaborativa delle risorse umane presenti all’interno dell’Ente, per il futuro il nuovo Ente Parco avrà bisogno di figure dedicate che andranno retribuite a carico della Regione (necessitano le figure del Direttore, del Ragioniere, degli Amministrativi, dei Tecnici, del Revisore, ecc.) il cui costo annuo è stimato in €225.000.
Pertanto, risulta evidente che, con l’istituzione dell’Ente Parco autonomo, non si riuscirebbe a soddisfare l’INVARIANZA FINANZIARIA prevista dalla legge, al contrario, si osserverà un aumento considerevole dei costi ordinari (quasi del 50%), in quanto si dovrà necessariamente provvedere alle spese per il funzionamento degli organi istituzionali – oggi azzerate – e sarà fondamentale anche considerare la spesa relativa ad almeno quattro figure professionali complessivamente (1 cat. D e 3 cat. C), specificamente dedicate al settore affari generali/gestione del personale e al settore economico-finanziario.
Ma tant’è, ormai la legge è legge e quindi va trovato un modo intelligente di applicarla.
Innanzitutto andrebbe organizzato molto presto un incontro tra la Regione, l’attuale Ente Gestore (Unione Montana) e tutti i Sindaci interessati per concordare insieme un percorso plausibile per il subentro del nuovo Ente Parco all’attuale gestione dell’Unione; difatti va ricordato che l’art.5 della nuova Legge 29/2022 prevede che l’Unione Montana e il nuovo Ente Parco definiscono d’intesa i tempi e le modalità di subentro che deve essere effettuato entro sei mesi (ossia entro il 30 giugno p.v.) e che in caso di mancato accordo entro il termine, provvede direttamente la Giunta Regionale.
Non sarà facile definire il suddetto subentro, sia per quanto riguarda il patrimonio che per quanto riguarda le risorse umane, ma serve mettersi a un tavolo e cominciare a vedere i problemi reali che si pongono con questo passaggio di competenze.
La struttura dell’Unione Montana finora ha funzionato da “service” per il Parco, era un “unicum” che intrecciava funzioni e competenze con vantaggi reciproci e questa gestione “unitaria” non può ora essere svincolata dalla complessiva gestione del territorio che compete all’Unione Montana per varie funzioni correlate (si pensi alla promozione turistica, alla tutela ambientale, alla forestazione, alla mobilità lenta, ecc.).
Si tratta di un’operazione complessa per la quale vanno trovate posizioni conciliative tra l’attuale Ente gestore ed il subentrante, in modo da salvaguardare quell’aggregazione vasta del territorio che finora aveva saputo assicurare in vari campi l’Unione Montana.
Infatti per certe attività serve un ambito più vasto del Parco, va mantenuto un collegamento con tutto il territorio coinvolgendo tutti i Sindaci, va tenuta unita l’area montana, non va disaggregata in Enti che agiscono separati.

Per certe azioni non basta l’intervento di un singolo Ente (si pensi ad esempio alle azioni per far crescere la residenzialità nel nostro territorio, per la quale occorrono anche interventi socio-economici).
Quindi serve dialogo, non chiusura o contrapposizione tra le parti, non si deve distruggere o accantonare quel livello di aggregazione territoriale che l’Unione Montana era riuscita a costruire e ad assicurare, va tenuto unito un territorio vasto, al di là del Parco, con una visione aperta e solidale.
A tal fine sarà determinante la linea strategica che vorranno prendere tutti i Sindaci dei Comuni coinvolti nel Parco insieme ai Sindaci  dell’Unione Montana Esino Frasassi superando polemiche del passato o visioni localistiche e di breve respiro.
Occorre utilizzare gli strumenti di raccordo per tale lavoro comune (che già esistono, si ricordano la Comunità del Parco ed il Comitato di Coordinamento istituzionale) in modo da portare avanti azioni coordinate.
Sul piano più strettamente operativo, si potrà pensare di utilizzare per il Parco anche le risorse umane disponibili, ricorrendo a forme di collaborazione temporanee ed a tempo parziale con dipendenti degli Enti territoriali locali con adeguata professionalità (come già fanno altri Enti Parco della Regione) anche mediante la stipula di accordi convenzionali che consentono utili sinergie ed anche economie di spesa a vantaggio di tutti gli Enti coinvolti.

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