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Uso di esche avvelenate nel Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise

Riportiamo di seguito il testo di una lettera inviata in data odierna alla Direzione generale per la Protezione della natura e del mare del Ministero dell'Ambiente, in cui si sottopone il problema delle esche avvelenate all'interno del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Lettera integrale in allegato.

 

 

Il 20 maggio scorso, l’Ente Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise ha reso noto che nella zona di Val Cervara, in agro del comune di Villavallelonga, su segnalazione di escursionisti, sono state rinvenute le carcasse di due volpi e un lupo moribondo; sulla base dei reperti clinici e anatomopatologici è stato ipotizzato in maniera equivalente il sospetto di cimurro o avvelenamento. Tali dubbi non sono stati in seguito confermati dell’Ente. Risulta invece a questa Federazione che nei giorni seguenti, nella stessa area sono state rinvenute altre carcasse di animali selvatici tra cui volpi, mustelidi e un altro lupo e che nell’area in oggetto l’uso di esche avvelenate non sia assente e purtroppo neppure sporadico.

L’episodio desta allarme e grande preoccupazione in quanto la Val Cervara è un’area di notevole pregio naturalistico, assiduamente frequentata dall’Orso bruno marsicano, una specie a rischio di estinzione. In data 24 maggio, l’Ente Parco rendeva noto che il Commissario straordinario dell’Ente aveva scritto una nota al Ministro dell’Ambiente in cui illustrava la “situazione dell’Orso bruno marsicano, evidenziando i gravi rischi a cui va incontro a causa di attività invasive – tra cui – bracconaggio, avvelenamento criminoso del territorio, difficile situazione sanitaria, pascolo abusivo, abusi di vario genere”. Il Commissario sottolineava “il bisogno di un impegno più deciso e convinto delle istituzioni” e invitava il Ministro a “valutare l’opportunità di istituire una Autorità speciale per l’Orso bruno marsicano di nomina governativa (...) per superare i limiti esistenti in una complessa realtà territoriale e amministrativa”.

La Federazione Nazionale Pro Natura esprime forte preoccupazione per i fatti denunciati dall’Ente Parco e per le informazioni ricevute, seppure non confermate, e auspica che oltre a perseguire eventuali illeciti si mettano in campo tutti gli strumenti più efficaci per contrastare l’uso di esche avvelenate e per scongiurare il declino dell’Orso Marsicano e la salvaguardia delle altre specie all’interno dell’area protetta ma anche al di fuori da essa.

La Federazione Nazionale Pro Natura chiede di conoscere se a codesta Spett. Direzione risultino informazioni su quanto sopra riportato e, qualora fossero confermate, se intende adottare strumenti preventivi e repressivi più incisivi.

In uno spirito di ampia collaborazione la Federazione Nazionale Pro Natura e le Federate presenti nel territorio si rendono disponibili ad una fattiva collaborazione per ricercare strumenti efficaci al fine di contrastare quanto sopra evidenziato.

 

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